I videogiochi attirano ormai da oltre 30 anni milioni e milioni di ragazzi e non solo, che si divertono a compiere imprese virtuali semplicemente premendo una serie di pulsanti su un controller. Nel tempo la concezione del videogame è radicalmente mutata, oggi esistono vere e proprie competizioni internazionali e il gaming si è trasformata per molti in una professione. Invero, però, non è necessario possedere una console all’ultimo grido per svagarsi con i comandi richiesti sullo schermo. Il gaming abbraccia anche le più semplici attrazioni virtuali come quelle che si trovano tra le app mobile, dove pullulano le trasposizioni digitali dei classici di una volta facendo capolino tra rompicapo vari o giochi di casinò offerti online. Anche l’Italia nutre un grande interesse nei confronti di questo settore e lo dimostrano ampiamente i numeri.
In base ai dati raccolti periodicamente dall’associazione di categoria IIDEA, il fatturato italiano sui videogiochi si aggira sui 2,2 miliardi di euro. Anche se le console più recenti non hanno ancora preso piede e nell’ultimo anno il lato hardware ha prodotto un indotto di 409 milioni, il comparto software supera abbondantemente il miliardo e mezzo. Le vendite di software fisico nei negozi sono aumentate negli ultimi anni. Pare che gli italiani abbiano da poco dato il via a una nuova era del consumo del videogioco. Basti pensare che in media si spendono quasi 8 ore a settimana per giocare, prevalentemente in compagnia grazie alle possibilità offerte dall’online.
Ad oggi si contano quasi 15 milioni di videogiocatori nello Stivale. L’età media è di 30 anni, ma ci sono diverse persone che si divertono con i videogame anche dopo i 60. La quasi totalità della platea, comunque, è rappresentata da gamer maggiorenni, il che basta per intuire l’inversione di tendenza che c’è stata rispetto all’alba del 2000, quando questo genere di prodotti era considerato appannaggio esclusivo dei più giovani. Oltre il 40% dei giocatori è rappresentato da donne e ragazze. Per quanto riguarda i sistemi usati, spicca la preferenza per i dispositivi portatili, a seguire console e computer.
Insomma, ormai è palese che i videogiochi si sono presi una fetta importante dell’intero mercato dell’intrattenimento, tanto che anche l’Italia sta iniziando ad accarezzare l’idea di creare qualcosa di originale nel settore. Il fatturato generato dalle imprese di produzione è di quasi 150 milioni di euro, un dato in crescita del 30% rispetto a un paio di anni fa. Il mercato di destinazione principale è sempre quello europeo, ma anche quello nordamericano vuole la sua parte. Di certo nessuno si aspetta che gli italiani possano gareggiare con i colossi che dominano la scena da sempre, ma in questo ambiente nessuno pone limiti alla provvidenza.
Ma a cosa giocano principalmente i gamer d’Italia? A quanto sembra ci sarebbe una netta distinzione tra le preferenze di uomini e donne. I primi sono più votati ai titoli sportivi e di avventura, le seconde su altri generi come rompicapo e arcade. È stata sempre IIDEA a indicare quali sono le categorie videoludiche preferite dagli italiani, rivelando una curiosa eterogeneità dei gusti. Chissà che nel prossimo futuro gli interessi non confluiscano maggiormente verso lo stesso genere o su un singolo titolo specifico…