Tutti noi stiamo vivendo in un’epoca in cui il web può rappresentare una risorsa preziosa per farsi conoscere come realtà e allargare il proprio bacino di utenza. Questo vale per qualsiasi azienda scelga di far promozione attraverso i social network ad esempio, con l’utilizzo di influencer più o meno noti, oppure sul mezzo televisivo, o ancora mediante radio o carta stampata. Non è immune a questo il mondo del gioco e il social gaming marketing, spesso abbreviato in gaming marketing, si occupa esattamente di questo.
Tra le attività principali che riguardano il gaming marketing si ritrova il monitoraggio dei social network e la creazione di profili (o canali, a seconda del social di riferimento) utili ai fini di attrarre il maggior pubblico possibile. A questo si può connettere una generica attività di branding della propria azienda, in questo caso afferente al mondo videoludico, con l’obiettivo finale di aumentare l’engagement sul web, facendosi sì conoscere ma al contempo formare una community attiva. Andando però nello specifico, è possibile individuare tre differenti strategie di gaming marketing che possono essere portate avanti:
- in-game advertising;
- around game advertising;
- advergames.
Il primo metodo fa riferimento ad una forma di pubblicità inserita all’interno di un videogioco. L’esempio più classico si ritrova in FIFA, dove in ciascuno stadio si ritrovano i cartelloni pubblicitari che rimandano ad aziende, esattamente come accade nei cartelloni degli stadi reali. La seconda metodologia richiama invece a finestre o pop up che si aprono all’utente durante la navigazione. Il terzo e ultimo metodo di gaming marketing rimanda invece da un gioco nel gioco: si tratta ad esempio di un prodotto che viene utilizzato all’interno del videogame in questione.
Gamification: cos’è e perché è importante
Il termine deriva dal vocabolo game e con esso si intende l’uso di aspetti legati al gioco anche in contesti che non sono ludici. È un modo per utilizzare il videogioco come veicolo di messaggi e lo si fa mediante dinamiche strettamente legate al mondo dei videogame. Un esempio può essere il concetto di punti da accumulare oppure una serie di livelli da scalare: queste tipologie di dinamiche vengono utilizzate sempre più spesso per motivare e stimolare ad un coinvolgimento attivo dell’utente. È una terminologia molto recente, coniata per la prima volta nel 2008 ma rimasta pressoché sconosciuta fino al 2010, quando ha iniziato a prendere piede anche all’interno delle aziende.
Il gaming oggi
Il concetto di gaming oggi si riferisce ad un mondo sempre più vasto e in costante aggiornamento. Le console rappresentano senza dubbio lo zoccolo duro di questo universo, ma l’apporto di internet è stato fondamentale per ampliare a dismisura il settore. Il mondo digitale ha reso fruibile ad un pubblico molto più ampio una serie di giochi altrimenti disponibili solo per una nicchia di persone: un servizio di poker online piuttosto che scacchi, dama o blackjack rappresentano solo dei piccoli esempi. Lo sviluppo di una connessione internet sempre più efficiente, inoltre, ha aperto le porte al cloud gaming: di fatto un servizio offerto dalle grandi aziende produttrici di videogiochi che funziona al pari di un sito di streaming. Dietro il pagamento di un abbonamento, l’utente ha libero accesso ad un vasto catalogo di giochi online, senza più necessariamente comprare il singolo videogioco.